27 GENNAIO 2024 – TEATRO STUDIO | Rovigo
9841/Rukeli racconta la storia del pugile di origine sinti Johann Trollmann, detto Rukeli. La vicenda umana esportiva di un uomo che, da solo, ha osato sfidare la propaganda nazista con uno dei gesti più eclatanti e meno noti della storia.
Un atto d’amore che si racconta sotto la pelle tragica di un’Europa sfigurata. Lo spettacolo invita a una riflessione sulle moderne forme di razzismo e pregiudizio, e sul rapporto che lega l’essere umano ai concetti di dignità e diversità. Un confronto tra ieri e oggi, sulle influenze del passato nel nostro tempo.
Farmacia Zooè è una compagnia indipendente nata nel dicembre 2006 a Mestre dall‘incontro tra Gianmarco Busetto e Carola Minincleri Colussi. Si occupa di teatro, poesia e performance e indaga la contemporaneità alla ricerca del valore essenziale degli individui e delle loro comunità, per trovare e condividere ispirazioni e percorsi “alternativi al vuoto”.
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RIFLESSIONI LABORATORIO CRITICO – LICEO PALEOCAPA
Gianmarco Busetto interpretando la storia di Rukeli mi ha fatto riflettere sul nazismo e sulle condizioni di determinate persone durante quel periodo, ma soprattutto sulla forza di quell’uomo che non ha mai smesso di lottare per i propri diritti e per la propria famiglia. In particolare l’interprete mi ha coinvolto così tanto che mi sembrava di vivere la storia di Rukeli e di provare ciò che ha provato lui, ogni parola che Busetto diceva provocava un effetto dentro di me.
lo spettacolo mi ha molto coinvolto nell’interpretazione del personaggio su cui si basava. Ha fatto comprendere e percepire la condizione di sottomissione e sofferenza che milioni di persone hanno dovuto subire, ma allo stesso tempo il protagonista ha avuto lo spirito di non mollare mai davanti alle difficoltà nonostante l’atroce finale.
Le luci, la musica e le ottime abilità dell’attore, insieme anche a una voce narrante potente e graffiante, mi hanno permesso di capire e rielaborare molti dei messaggi che ha voluto esprimere la sceneggiatura ben costruita. Non mi avessero detto che fosse stata una storia vera, avrei detto “Troppi colpi di scena”.
Larbi Amkachou.
<<9841/RUKELI: L'emozionante riflesso di una memoria imprescindibile. La Compagnia Farmacia Zoo ha saputo scavare nell'animo umano, risvegliando il ricordo di una disuguaglianza ancora palpabile nel presente.>>
Francesca Secchiero
“Ma le posso usare le gambe? “, così si chiude lo spettacolo teatrale proposto dal gruppo Farmaciazooè incentrato sulla storia del pugile tedesco Johann Trollmann detto Rukeli. L’opera teatrale non porta in scena una qualunque storia trattante l’olocausto ma ci fa vivere sulla nostra stessa pelle con gli occhi del protagonista, il lento declino del miglior pugile tedesco condannato ai campi di concentramento per essere soltanto un sinti, una tra le molte etnie zingare. Una storia che non ci lascia solo l’asprezza in bocca ma che anzi ci dona speranza e vitalità proprio come Primo Levi in “Se questo è un uomo”, Rukeli infatti dopo essere stato ingiustamente privato con la sottrazione del titolo e con l’umiliazione di una gara truccata, dove non poteva muovere le gambe sennò la sua famiglia avrebbe subito le conseguenze delle sue scelte; ci dimostra lo stesso come anche nel più atroce inferno dei lager nazisti la dignità dell’uomo e l’amore del proprio sport non vengano meno. Nonostante la malnutrizione, i lividi e le malattie quando Trollmann viene riconosciuto dopo la sua apparente morte da un generale tedesco, non rinuncia al boxare dopo la sfida a lui lanciata dal nazista chiedendo prima dell’incontro al giudice se potesse usare le gambe; stenderà poco dopo metà del primo inning l’ufficiale che l’aveva sfidato e denigrato. Quindi la richiesta dell’uso delle gambe che viene consentita è la rivincita dell’uomo sul proprio carnefice, è la dimostrazione di come non è la razza che nello sport crea una buon atleta ma solo la costanza e la determinazione, è la prova di come l’uomo non si abbassa nel considerarsi un animale come volevano i nazisti ma che continua ad essere uomo nonostante circostanze avverse. È l’umanità che ha tenuto in vita Rukeli, quel principio di conservazione che però ci fa protrarre verso sentimenti più grandi capaci di elevare l’uomo proprio come la sportività; oltre a tale riflessione lo spettacolo che procede come un onda travolgente con anche più forme d’espressione induce ad altre riflessioni come il valore dell’onestà, l’ironia come arma contro la violenza ecc.. . La visione di tale messa in scena è caldamente consigliata sia per le riflessioni sia per il livello recitativo notevolmente elevato nonostante sul palco ci sia solo un attore che tuttavia riesce a far emergere tutte le passioni e gli stati d’animo d’un uomo che sfidò il regime nazista senza paura.
Vittorio Romanin
Il 27 gennaio, nominata giornata della Memoria, la mia classe ha partecipato a una rappresentazione teatrale, narrante la storia di un pugile, figlio di una famiglia zingara di origini sinti, nato durante il periodo della Germania nazista. Una storia che mai avevo sentito prima e le cui emozioni trasmesse sono state travolgenti. Ho trovato la rappresentazione estremamente elaborata, studiata nei minimi dettagli e con un grado di accuratezza elevato il che ha reso l’intera opera un tripudio di emozioni contrastanti. Dolore, rabbia, sgomento e incredulità erano solo alcune delle principali sensazioni che la compagnia Farmacia Zooé è riuscita a trasmettere durante tutto il corso dell’opera. Sono state messe in atto ottime tecniche narrative che hanno permesso un accurato sviluppo delle vicende principali per poi passare a un salto temporale di circa dieci anni. Veniva mostrato un uomo a cui era stato tolto tutto: la carriera, la famiglia, tutto; ma che nonostante ciò ancora resisteva, fino al momento della sua deportazione durante la quale ha continuato a lottare per la sua sopravvivenza e quella dei suoi compagni di prigionia. Si ha assistito a un unico grande monologo strutturato secondo ottime scelte lessicali e momenti di culmine narrativo in cui si riusciva a entrare in perfetta sintonia col personaggio e a creare empatia con esso. L’intera rappresentazione, nella sua complessità, è risultata lineare poiché si veniva accompagnati lungo tutta una vita di sofferenze che portarono fino alla sua morte nel campo di sterminio. “Rukeli significa “albero””, così gli ribadiva la madre da piccolo, perché, nonostante l’odissea vissuta, le sue radici non vennero mai sradicate ed egli non fu mai veramente abbattuto.
Personalmente ho trovato lo spettacolo del 27 gennaio, in occasione della giornata della memoria, molto interessante e coinvolgente. Nonostante un monologo possa, a volte, risultare noioso o monotono, in questa occasione l’attore è riuscito a coinvolgere tutto il pubblico e a far riprovare gli orrori che sono stati vissuti durante il nazismo tedesco. Mi sono commossa per il grande verismo dello spettacolo e perché sono riuscita a prendermi a cuore la vita del povero ragazzo.
La mia impressione dopo aver visto lo spettacolo “9841 rukeli” di Farmacia Zooè è molto positiva. Lo spettacolo è stato per me un’esperienza teatrale unica e coinvolgente. La regia di Farmacia Zooè è riuscita attraverso la sua originalità e capacità a trasportarmi in un mondo surreale e affascinante, quanto crudo e brutale. L’attore protagonista ha portato una performance intensa e emotiva, che ha catturato l’attenzione dall’inizio alla fine. In generale, “9841 rukeli” è uno spettacolo imperdibile secondo me, che aiuta soprattutto i giovani della nuova generazione a comprendere anni della guerra apparentemente “lontani” , in una modalità diversa, poco conosciuta e forse più intrigante.
Francesca Zanovello
il 27 gennaio in occasione della giornata della memoria ho assistito allo spettacolo teatrale “Rukeli”di Farmacia Zooè. L’opera, ambientata durante la seconda guerra mondiale, narra la storia del pugile tedesco Trollmann che ha osato sfidare le leggi razziali per dare voce al suo talento. L’intera rappresentazione si è basata su due elementi scenografici: il video e la polvere che sono bastati per creare un’atmosfera realistica e di impatto. È stato come aver vissuto la vicenda per davvero. La bravura dell’attore nei movimenti e nell’uso della voce mi hanno permesso di entrare nell’interiorità del personaggio e percepire ogni sua emozione dalla paura di perdere tutto, al coraggio di salire su quel ring andando contro tutto e tutti, vincendo la sfida!
Lisa
“Rukeli”, messo in scena al Teatrostudio di Rovigo dal gruppo teatrale Farmacia Zooè, è uno spettacolo in grado di far arrivare dritte nel profondo del pubblico una serie di emozioni forti e significative che vanno oltre al semplice ricordo dell’olocausto aggiungendo molti spunti di riflessione sulla dignità umana e il suo valore.
“un albero con radici profonde non cade mai”, probabilmente la frase più significativa pronunciata dall’attore nell’opera, è un concetto molto attuale: in una società dove si cerca sempre di adattarsi alle mode di tutti e conformarsi a una società senza dare forza e valore alla propria ideologia e alle proprie opinioni si rischia di diventare molto vulnerabili e facilmente abbattibili, d’altra parte se un essere umano combatte per un ideale che ritiene giusto dando forza alla propria opinione sarà sempre riconosciuto come un uomo di valore.
oltre a questo concetto, grazie alla grande capacità dell’attore di dare forza ad alcune parole e alcune scene arrivando facilmente al bersaglio nell’interiorità di chi guarda e ascolta lo spettacolo, è stata molto carica di emozioni la scena dove Rukeli si tinge di bianco la pelle perché obbligato a combattere come un ariano, ridicolizzando così una corrente di pensiero che toglieva valore alla personalità del singolo.
ognuno di noi è prima che parte di un gruppo, una persona e ogni persona ha un proprio valore e una propria identità che non andrebbe mai messa da parte ma valorizzata
Matteo Savioli
È difficile provare a descrivere a parole le emozioni e sensazioni provate durante la visione dello spettacolo del 27 gennaio “Rukeli” prodotto da Farmacia zooè. L’attore, nonché scrittore e ideatore dell’opera, attraverso un monologo riuscì ad interpretare tutti gli stati d’animo provati dal protagonista nel corso della sua vita includendo sia quelli positivi che negativi. Trovo che il punto di forza del lavoro sia la capacità di coinvolgimento del pubblico a cui, sin dall’inizio, viene chiesto di immedesimarsi nel personaggio e nel tempo in cui visse. Inoltre l’attore stesso mentre recitava si avvicinava agli spettatori facendoli sentire partecipi e giudici della storia stessa. Infine vorrei citare il messaggio che la compagnia lasciò durante un momento di confronto con noi studenti: è bello poter assistere a uno spettacolo commemorativo che coinvolge emotivamente ma l’obiettivo è quello di tramandare questa storia e di raccontare come un pugile, il pugile più bravo della germania fu sequestrato dalla sua passione e futuro a causa delle leggi razziali.
Lavezzo Vittoria
Ho passato vari minuti a pensare a come mettere su carta ciò che ho avuto la fortuna di assistere. é stata un’ora impegnativa. Rimanere seduta a guardare dinanzi alle ingiustizie non è facile. Anche se la vicenda narrata è già avvenuta ho sentito fortemente il bisogno di aiutare Trollmann, sia emotivamente che fisicamente. Impressionante come il teatrista abbia raccontato la storia del pugile. Sembrava proprio che il pugile in qualche modo fosse presente.
9841/RUKELI: LA STORIA DI JOHANN TROLLMANN E LA SFIDA AL NAZISMO ATTRAVERSO IL PUGILATO
Sabato 27 Gennaio 2024, in occasione della Giornata della Memoria, alcune classi del Liceo Scientifico Paleocapa si sono recate al Teatro Studio di Rovigo per assistere alla rappresentazione 9841/Rukeli scritta e interpretata da Gianmarco Busetto, prodotta e distribuito da Farmacia Zooè dal 2015.
Il monologo teatrale è stato vincitore del “Roma Fringe Festival” del 2016, del premio internazionale come “Miglior spettacolo, Miglior attore al San Diego International Fringe Festival” del 2018 e di molti altri premi con l’acclamazione dalla critica.
Lo spettacolo è ambientato nel cuore dei drammatici eventi della Germania nazista e ha come protagonista il boxer di origini Sinti, Johann Trollmann, noto come Rukeli, la cui storia è segnata da coraggio, resistenza e da uno straordinario atto di sfida contro la propaganda oppressiva del regime. Il monologo illumina uno degli episodi meno noti, ma straordinari della storia: l’atto di sfida del boxer contro la discriminazione basata sull’etnia e sul suo stile di boxe “non ariano”. La sua determinazione ha rappresentato un atto d’amore verso la propria dignità e ha sfidato apertamente la macchina di propaganda del nazismo. Attraverso la narrazione della vita di Rukeli, lo spettacolo sfida a immedesimarsi nel personaggio stesso: invita ad interrogarsi sulle proprie responsabilità e sulle moderne forme di razzismo e pregiudizio presenti nella nostra società.
Alla fine del monologo teatrale, durato 50 minuti, l’ideatore e attore di quest’opera, Gianmarco Busetto, l’addetto alle luci, Marco Duse e il responsabile dei video, Marco Ducoli, hanno potuto raccontare come è nata la rappresentazione teatrale e rispondere alle domande degli studenti.
È stata un’occasione per riflettere sulla Giornata della Memoria e soprattutto sulle storie poco conosciute legate alla Shoah.
Elena Milan
Inserire un’idea, un’impressione, una sensazione, una critica, un elemento di valore o quanto recepito assistendo allo spettacolo “Rukeli” di Farmacia Zooè in data 27 gennaio 2024.
I pensieri possono essere in forma anonima o firmati (anche per la stampa).
9841/RUKELI: L’emozionante riflesso di una memoria imprescindibile. La Compagnia Farmacia Zoo ha saputo scavare nell’animo umano, risvegliando il ricordo di una disuguaglianza ancora palpabile nel presente.
lo spettacolo mi ha molto coinvolto nell’interpretazione del personaggio su cui si basava. Ha fatto comprendere e percepire la condizione di sottomissione e sofferenza che milioni di persone hanno dovuto subire, ma allo stesso tempo il protagonista ha avuto lo spirito di non mollare mai davanti alle difficoltà nonostante l’atroce finale.
Le luci, la musica e le ottime abilità dell’attore, insieme anche a una voce narrante potente e graffiante, mi hanno permesso di capire e rielaborare molti dei messaggi che ha voluto esprimere la sceneggiatura ben costruita. Non mi avessero detto che fosse stata una storia vera, avrei detto: “Troppi colpi di scena”.
L’opera teatrale non porta in scena una qualunque storia trattante l’olocausto ma ci fa vivere sulla nostra stessa pelle con gli occhi del protagonista, il lento declino del miglior pugile tedesco condannato ai campi di concentramento per essere soltanto un sinti, una tra le molte etnie zingare. Una storia che non ci lascia solo l’asprezza in bocca ma che anzi ci dona speranza e vitalità, proprio come Primo Levi. Rukeli ci dimostra come anche nel più atroce inferno dei lager nazisti la dignità dell’uomo e l’amore del proprio sport non vengano meno. È la rivincita dell’uomo sul proprio carnefice, è la dimostrazione di come non è la razza che nello sport crea un buon atleta ma solo la costanza e la determinazione, è la prova di come l’uomo non si abbassa nel considerarsi un animale come volevano i nazisti ma che continua ad essere uomo nonostante circostanze avverse. È l’umanità che ha tenuto in vita Rukeli.
Una storia che mai avevo sentito prima e le cui emozioni trasmesse sono state travolgenti. Ho trovato la rappresentazione estremamente elaborata, studiata nei minimi dettagli, un tripudio di emozioni contrastanti. Dolore, rabbia, sgomento e incredulità erano solo alcune delle principali sensazioni che la compagnia Farmacia Zooé è riuscita a trasmettere.
“Rukeli significa albero”, così gli ribadiva la madre da piccolo, perché, nonostante l’odissea vissuta, le sue radici non vennero mai sradicate ed egli non fu mai veramente abbattuto.
Nonostante un monologo possa, a volte, risultare noioso o monotono, in questa occasione l’attore è riuscito a coinvolgere tutto il pubblico e a far riprovare gli orrori che sono stati vissuti durante il nazismo tedesco. Mi sono commossa per il grande verismo dello spettacolo e perché sono riuscita a prendermi a cuore la vita del povero ragazzo.
Lo spettacolo è stato per me un’esperienza teatrale unica e coinvolgente. La regia di Farmacia Zooè è riuscita attraverso la sua originalità e capacità a trasportarmi in un mondo surreale e affascinante, quanto crudo e brutale. L’attore protagonista ha portato una performance intensa e emotiva, che ha catturato l’attenzione dall’inizio alla fine.
È stato come aver vissuto la vicenda per davvero. La bravura dell’attore nei movimenti e nell’uso della voce mi hanno permesso di entrare nell’interiorità del personaggio e percepire ogni sua emozione dalla paura di perdere tutto, al coraggio di salire su quel ring andando contro tutto e tutti, vincendo la sfida!
“Rukeli”, è uno spettacolo in grado di far arrivare dritte nel profondo del pubblico emozioni forti che vanno oltre al semplice ricordo dell’olocausto aggiungendo molti spunti di riflessione sulla dignità umana e il suo valore.
“un albero con radici profonde non cade mai”, probabilmente la frase più significativa pronunciata dall’attore nell’opera, è un concetto molto attuale: in una società dove si cerca sempre di adattarsi alle mode e conformarsi alla società senza dare forza e valore alla propria ideologia e alle proprie opinioni, si rischia di diventare vulnerabili e abbattibili.
ognuno di noi è prima che parte di un gruppo, una persona e ogni persona ha un proprio valore e una propria identità che non andrebbe mai messa da parte ma valorizzata
Rimanere seduta a guardare dinanzi alle ingiustizie non è facile. Anche se la vicenda narrata è già avvenuta ho sentito fortemente il bisogno di aiutare Trollmann, sia emotivamente che fisicamente. Impressionante come l’interprete abbia raccontato la storia del pugile. Sembrava proprio che il pugile in qualche modo fosse presente.
Il monologo illumina uno degli episodi meno noti, ma straordinari della storia: l’atto di sfida del boxer contro la discriminazione basata sull’etnia e sul suo stile di boxe “non ariano”. La sua determinazione ha rappresentato un atto d’amore verso la propria dignità e ha sfidato apertamente la macchina di propaganda del nazismo. Attraverso la narrazione della vita di Rukeli, lo spettacolo sfida a immedesimarsi nel personaggio stesso: invita ad interrogarsi sulle proprie responsabilità e sulle moderne forme di razzismo e pregiudizio presenti nella nostra società.