TEATRO DEL LEMMING – ATTORNO A TROIA_TROIANE

Attorno a Troia_Troiane

DAL 16 AL 18 FEBBRAIO 2024 – TEATRO STUDIO | Rovigo

Questo lavoro si costituisce come la seconda parte di un ciclo denominato Attorno a Troia che, dall’Iliade alle Troiane all’Eneide, intende indagare il tema della distruzione di una civiltà, dello smarrimento e dell’esilio.

il periodo storico che stiamo vivendo ci fa sentire come Achei lanciati alla distruzione di città e contemporaneamente come Troiani alla deriva. Il nostro volto sempre più assume su di sé il volto del conquistatore insieme a quello dello sconfitto. Giochiamo entrambi i ruoli alternativamente nella ruota della storia, oggi però sembrano darsi contemporaneamente. Siamo i distruttori del pianeta e insieme, proprio per questo, attraverso i cambiamenti climatici, le guerre e le pandemie, le vittime di questa distruzione. E nella terribile condizione di migranti sta insieme l’origine e forse il destino della nostra civiltà.

Dopo un primo Studio su ILIO, presentato lo scorso anno, questo lavoro rimette al centro, come è proprio della nostra poetica, la relazione diretta e prossemica con lo spettatore. Il lavoro inizia laddove si concludeva il precedente – le donne troiane, come in Euripide le uniche sopravvissute del massacro, stanno per salire sulle navi dei vincitori Achei, saranno trascinate come schiave lontano dalla patria. La felicità è perduta, resta solo tra le macerie il suo struggente e amaro ricordo. Le mani nel vuoto stringono solo le mani di altre sventurate compagne.

 

Commenti (13)

  • Innanzitutto voglio scusarmi per il ritardo di questa risposta allo spettacolo “Attorno a Troia_Troiane”: ammetto di essere solito procrastinare e rimandare e nel non eccessivo tempo libero mi dimentico di molte cose.
    Sono uno studente del Liceo Classico Celio Roccati di Rovigo ed ho assistito, o meglio, partecipato a questa opera con la mia classe il 17 febbraio. E mai mi sarei aspettato un dramma del genere. Di solito si utilizza l’aggettivo “maestoso” per descrivere qualcosa che ci sovrasta, per grandezza o forza, e lo colleghiamo ad una caratteristica fisica; tuttavia ritengo che il termine “maestoso” sia tra i più adatti a descrivere ciò che si prova, o almeno io ho provato, a ritrovarsi in mezzo a tante emozioni: le vesti bianche, la musica, i “sospiri, pianti e alti guai” Ti entrano dentro, nel profondamente piccolo, dove diventano maestosi e potenti perché, da là giù, si fanno sentire a gran voce, rimbombano, ti mettono in tensione e ti fanno riflettere. Ti ritrovi improvvisamente, nonostante sia in mezzo ad altre persone, da solo con te stesso. E nessuna parola genererà mai suono più veritiero del silenzio con il quale, finito tutto, ci si riallaccia le scarpe, ci si rimette l’orologio, il cappotto e si esce.
    E’ difficile pure confrontare subito tutto ciò che con la realtà e con il mondo moderno, bisogna aspettare un po’, il pomeriggio o il giorno dopo, perché quell’ambiente scarsamente illuminato a scacchiera, di cui ancora ignoro la morfologia, è un mondo a sé, quasi isolato, dove ti immergi e nulla sembra reale, sebbene tutto lo sia. Ti ritrovi in un mondo dominato dall’incertezza, mentre le donne avanzano verso di te, mentre aprono un telo bianco, mentre corrono e tu, dietro, tieni loro il passo. Soltanto dopo ti accorgi che quella era solo un briciolo dell’incertezza provata da quelle donne troiane deportate in terra straniera, o dai fanciulli, ormai orfani, che soli attraversano lo stesso Mar Mediterraneo di notte, al freddo e alla alla fame, o dalle madri e dai padri che cercano in tutti i modi di sfamare il loro bimbo, sotto le macerie in Ucraina o in Palestina o in moltissime altre parti del mondo, dove tutta questa violenza e dubbio è pura normalità quotidiana.
    Allora, in conclusione, non posso far altro che ringraziare voi del Teatro del Lemming per questa inaspettata e profonda esperienza, che di certo non scorderò facilmente e che mi ha aperto le porte ad una poco conosciuta ma viva realtà quale questo teatro è.
    Grazie!
    Gabriele L.

  • liceo scientifico rovigo

    LETTERE DI RISPOSTA ALLO SPETTACOLO : ATTORNO A TROIA_TROIANE
    LICEO SCIENTIFICO PALEOCAPA

    Lo spettacolo attorno alle Troiane l’ho ritenuto interessante e innovativo. Personalmente non avevo mai assistito a uno spettacolo in cui si era coinvolti anche fisicamente. Inizialmente è stato strano ma poi mi sono sentita a mio agio . Gli attori sono stati molto coinvolgenti attraverso i loro ruoli e le loro espressioni facciali
    Irene B.

    Penso che il fatto che lo spettacolo sia interattivo lo renda molto più coinvolgente e interessante rispetto agli spettacoli tradizionali
    Marco M.

    personalmente lo spettacolo non mi è piaciuto, ha suscitato in me paura e agitazione
    Anna M.

    Stupore, gioia, rabbia, affetto, queste sono solo alcune delle profonde emozioni che si provano durante lo spettacolo, no scusate mi sbaglio… uno spettacolo necessita di un pubblico passivo per etimologia, dal latino spectaculum, derivato di spectare, cioè “guardare”, e lo spettatore del Lemming non è limitato alla sola vista e al solo udito come consueto, ma è posto in una condizione tautologica di “relazionarsi con”, “vivere con”; alla luce di questo, credo sia più corretto definirla danza in recita o ballo in potenza, a preferenza del lettore, questo perché: le parole cullano come una poesia e i sensi si ricongiungono in armonia, rapiti dai piacevoli ricordi di una vita passata e dai presagi di una terra bruciata.
    Credo che sia in capolavori come questo che il Teatro del Lemming faccia più onore al suo nome “Centro Internazionale di ricerca_Il teatro dello spettatore”: “di ricerca” perché in continua sperimentazione di idee a mio parere assolutamente originali e “dello spettatore” perché, con un teatro che è portato al minimo, la relazione tra attore e spettatore diventa diretta, elevata e di forte impatto: non noi e loro, solo io e te, due mondi estranei che con un forte impatto si scontrano, interagiscono e si mescolano tra di loro fino ad amarsi; tutti sono protagonisti e tutti vengono ricoperti da un caldo senso di fratellanza.
    Come una volpe cacciata nella propria tana coi cani, così l’animo nostro viene portato fuori a forza di carezze, profumi, passi e sguardi, questi sono i dolci mastini del nostro spirito.
    Il teatro e in particolare la tragedia, matrice della filosofia e campo dei conflitti inconciliabili, è luogo dello sguardo e della visione straordinaria e rivelativa; e in questo mondo dove quasi tutto è diventato tecnicamente riproducibile e condivisibile attraverso i media, la tragedia è un grido infuriato di richiamo, un fortissimo e disperato grido che ci implora di ritornare alla magia dell’atto e del momento, ci ordina di agire secondo l’iconico “carpe diem”.
    Per concludere “Troiane”, immersa in un buio onirico e distesa su una parte di un mito universale, può ridestare in noi un senso rivolto alla bellezza della vita.
    Raffaele P.

    È stato molto coinvolgente, più di un qualsiasi altro teatro che sarebbe stato più statico e meno passionale, sono riuscito a sentire l’atmosfera del tempo ed è stato molto bello
    Riccardo M.

    Non mi è mai capitato di vedere uno spettacolo di questo tipo nel quale ho interagito con gli attori, l’ho trovato perciò molto “nuovo” e interessante nonché profondo; ho apprezzato in modo particolare anche la bravura ed espressività dei ragazzi che hanno recitato e che sono riusciti a restare nel personaggio.
    Gioia C.

    Un’ esperienza unica e molto interessante, un contenuto mai provato fino ad ora che mi ha lasciato durante e post spettacolo senza parole. La capacità degli attori di trasmettere agli spettatori tutti i sentimenti e le emozioni hanno trasmesso un senso di completa immersione nell’ opera.
    Luigi N.

    Lo spettacolo è stato una sorpresa perché non mi aspettavo di essere così tanto coinvolta. Nonostante un iniziale senso di spaesamento, lo spettacolo mi è piaciuto proprio perché gli attori hanno interpretato veramente bene il loro ruolo, coinvolgendomi e trasmettendo forti emozioni.
    Silvia C.

    Coinvolgente ed emozionante, la bravura degli attori permette di immedesimarsi nell’opera, che invoglia lo stesso spettatore a prenderne parte. Personalmente mi ha permesso di riflettere anche riguardo la tematica della guerra che distrugge la pace nelle nazioni, grazie al forte contrasto tra prima e dopo il conflitto troiano. Fortemente consigliato.
    Alex Z.

    L’esperienza al teatro è stata originale infatti è la prima volta che vengo coinvolta direttamente in uno spettacolo teatrale. Inoltre sono rimasta molto colpita dalla capacità degli attori di trasmettere sensazioni senza parlare ma solo attraverso lo sguardo. Pertanto, anche se all’inizio è stato molto strano durante il percorso ho apprezzato l’esperienza.
    Valentina M.

    Lo spettacolo mi é piaciuto molto e penso che le emozioni che ho provato nel partecipare fossero proprio quelle che lo spettatore dovesse recepire. L’alternarsi di buio e luce, sussurrii e urla hanno reso l’ambiente ricco di angoscia, paura, instabilità e terrore. Gli sguardi degli attori, dritti nei nostri occhi, suscitavano quel bisogno di ricerca della loro terra ormai perduta, facendoci sentire quel senso di inadeguatezza e di disagio che loro già da tempo stavano provando
    Celeste C.

    È stato uno spettacolo diverso dal solito, dinamico e pieno di emozioni. Il sottofondo musicale e le parole che lo accompagnavano formavano una cornice perfetta per il tema.
    Emma C.

    È stata un’esperienza unica ed emozionante. Attraverso la riscoperta dei sensi, siamo diventati parte integrante dello spettacolo. Anche l’espressività degli attori ha contribuito a rendere la rappresentazione più coinvolgente emotivamente.
    Angela C.

    Lo spettacolo ha scaturito in me molte emozioni, trasmesse soprattutto dallo sguardo degli attori che credo si siano immedesimati al meglio nella parte, anche il fatto di far fisicamente parte dello spettacolo mi ha veramente coinvolta e mi ha fatta sentire completamente all’interno della scena.
    Ritengo sia una rappresentazione molto particolare che ti fa sentire veramente ció che provano i personaggi e ti fa provare le loro stesse emozioni.
    Sara A.

    Ho trovato lo spettacolo “Attorno a Troia_Troiane” molto intenso e in grado di esprimere al meglio il dolore che la guerra può lasciare nelle vite di coloro che perdono amici e familiari. Dalla rappresentazione traspare la sofferenza di chi ha visto la vita delle persone che ama spezzarsi, e il tormento che in ogni momento, anche in quelli felici, perseguita chi è sopravissuto. Purtroppo, quello della guerra, è un tema attuale, che lascia sempre lo stesso dolore
    Rossana A.

    Risulta complesso descrivere a parole uno spettacolo tanto fisico e coinvolgente come l’esibizione Attorno a Troia_Troiane del teatro del Lemming.
    Si è immersi in un’atmosfera cupa e oscura, che disorienta lo spettatore e lo separa dalla realtà; la quarta parete viene immediatamente sfondata con la vestizione, che inserisce definitivamente l’osservatore nell’opera.
    Una voce narrante ci accompagna tra le rovine della città di Troia distrutta, tra le emozioni e i ricordi dei suoi abitanti straziati dal dolore. Gli attori, disposti in cerchio, ripetono ciclicamente la medesima azione, modificandola parzialmente per adattarla al racconto, dando l’illusione di essere bloccati in un eterno istante di immane sofferenza.
    Ruben B

    Lo spettacolo mi è piaciuto, è un’esperienza diversa che consiglierei a chi vuole provare.
    Elena G.

    Lo spettacolo presentato mi ha fatto vivere un’esperienza a dir poco unica e originale. Ad essere sincera non mi sarei mai aspettata nulla di tutto ciò che ho visto, perché dentro di me avevo un’idea di teatro totalmente diversa da quello sperimentato con questa esperienza. Fin da subito mi sono sentita partecipe del tutto soprattutto grazie alla capacità degli attori, per quanto giovani, di trasmettere emozioni vere che mi sono arrivate in modo diretto e chiaro. Tutti i sensi venivano coinvolti: lo sguardo degli attori interpretava perfettamente la trama raccontata con tono profondo, il tocco delle loro mani in un certo modo mi rendeva capace di sentire ciò che sentivano loro. Devo dire che inizialmente sentivo come invadente la vicinanza degli attori, ma con l’avanzare dello spettacolo capivo che era proprio grazie alla rottura della barriera che divide solitamente attore e spettatore che sarei riuscita a comprendere il messaggio della storia. La forza di questo spettacolo è che la compagnia è riuscita ad attualizzare un episodio tratto dall’Iliade, che da sola non avrei mai approfondito, anche collegandolo alla situazione corrente della guerra che ci circonda.
    È un’esperienza che coinvolge a 360° e personalmente l’ho molto apprezzata perché è riuscita a farmi provare molte emozioni e ha stimolato la mia sensibilità, facendomi immedesimare completamente nella vicenda.
    Vittoria L.

  • Salve, ho visionato lo spettacolo “Attorno a Troia_troiane” venerdì 16 febbraio alle 20.
    Quando siamo entrati mi sono sentita molto confusa, non mi avevano spiegato cosa sarei andata a vedere oltre ad un piccolo riassunto della vicenda, non sapevo fosse uno spettacolo interattivo quindi ero quasi un po’ intimorita.
    Un’atmosfera tetra causata dalle luci spente e le ragazze e ragazzi vestiti di bianco illuminati solo da una piccola luce. Quindi inizialmente avevo due emozioni che stavano prevalendo sulle altre: confusione e quasi paura.
    Quando una ragazza mi ha preso per mano per portarmi al suo posto e mi ha mostrato la sua scena ero in imbarazzo, facevo fatica a guardarla negli occhi o prestare attenzione a quello che faceva ma più passavo da un ragazzo all’altro, più vedevo le scene, più mi immedesimavo.
    Il cavallo infilzato, l’uomo con il bambino deceduto, la ragazza col fiore profumato e la ragazza che ti pettinava i capelli. Loro sono quelli che mi sono rimasti più impressi. Il dolore dell’uomo con il figlio deceduto, sentire il peso del bambino e l’espressione distrutta del padre mi hanno fatto percepire tutta l’angoscia di perdere un figlio. L’amore che mi é stato comunicato dalla ragazza con il fiore. E una dolcezza quasi materna dal semplice gesto di pettinare i capelli.
    Mi sembrava quasi di essere in una bolla finché non si ruppe, le ragazze e ragazzi iniziarono a correre, urlando “brucia! ” e quando mi sussurrarono “questo non é il nostro paradiso” tutta la magia di quel momento finì. Era tutta una falsa? Un gioco? Chi lo sa.. Ma so che sembravano soffrire dietro quei sorrisi e quelle urla.
    Questo spettacolo mi ha lasciato dentro angoscia e molta confusione ma sono rimasta abbagliata dalla bravura degli attori.
    GIORGIA

  • Sono sempre molto incline a cercare di cogliere la maniera in cui si vuole agire su di me, la direzione a cui mira l’azione di colui che ho di fronte. Così valuto il gesto nella misura in cui mi sembra soddisfare le attese. Penso che nell’interagire individualmente con gli attori io sia ancor più calata in quest’analisi, tanto da non riuscire più ad astrarmi al concetto veicolato. Temo, in questo modo, di trascurare informazioni che compongono il senso della scena: negli occhi dell’attore forse dovrebbe esprimersi appieno lo spettacolo, ma quando lì non ho nulla di più con cui confrontarmi per capire l’insieme. Allora cosa sono io. Spettatore, fronte a tutto ciò? È l’intesa che mi viene data? O c’è ancora qualcosa che non mi si vuole svelare?

    Del resto però, tornando all’immaginario delle Troiane, credo siano poi anche l’idea della frammentarietà, unita a quello della verità sfuggente, che meglio evocano la dimensione della memoria.

    Al di là però di queste mie interpretazioni, che potrebbero essere semplicemente personali contorsionismi mentali, v’è stato poi un punto particolarmente vivido verso la fine, anche per come il testo fosse più facile da udire ove si leggeva la “Dichiarazione dei diritti”.

    Tra quanto avevo interiorizzato fino a quel punto e le parole ho sentito un salto di sollievo, “la pace si è fatta”, e poi lo slancio ripiegarsi su di sé. Le parole stridere con tutto ciò che le aveva precedute e si rifiutava di conciliarvisi. V’era l’ingiustizia e l’incoerenza, tanto che persino nella presa per mano mi sono convinta che vi fosse un vigore troppo serrante, innaturale e opprimente: lì per placare qualcosa in me che voleva respingerlo. A quel punto sono riuscita a guardare oltre al teatro, ne avevo alle spalle un indice che puntava nella direzione in cui dovevo volgermi e a me spettava d’incamminarmici.

    Il fatto che tutto si sia interrotto allora, mi ha permesso di metabolizzare quest’impressione nel momento in cui era più piena, e d’altra parte mi è dispiaciuto uscirne così presto.

    A presto,

    Irene P.

  • Stupore, gioia, rabbia, affetto, queste sono solo alcune delle profonde emozioni che mi ha fatto provare la rappresentazione teatrale “Attorno a Troia_Troiane”. Le parole mi cullavano come una poesia e i sensi erano in armonia, rapito dai piacevoli ricordi di una vita passata e dai presagi di una terra bruciata.

  • Buonasera
    avevo già visto due vostri spettacoli (Odisseo e Dioniso) ed ero molto curioso di vedere anche “Attorno a Troia”.
    In realtà non posso dire solo di averlo visto, sarebbe riduttivo, i vostri spettacoli si vivono e anche quest’ultimo è stato un viaggio molto emozionante.
    L’aspetto che più mi ha colpito è stato l’attualità che avete portato in scena, trattando un dolore molto lontano e antico ma che purtroppo è presente ancora oggi.
    Attraverso i cinque sensi mi avete fatto provare terrore, angoscia, disperazione e tante altre emozioni pure che mi hanno permesso di immergermi completamente in quello che stava succedendo, rendendolo vivo e reale.
    Mi avete messo in una “posizione scomoda” che mi ha permesso di pormi molte domande su ciò che viviamo al giorno d’oggi, facendo nascere in me intense riflessioni personali.
    Voglio complimentarmi con tutti gli attori e le attrici del “Corso di Alta Formazione”, perché con le loro interpretazioni autentiche sono riusciti a coinvolgermi, rendendomi parte viva dello spettacolo.
    L’unica cosa che mi è dispiaciuta è stata non riuscire a prestare sempre attenzione alle parole dell’audio in sottofondo, perché c’erano momenti in cui ero troppo preso da ciò che vivevo in scena e mi distraevo perdendomi alcune frasi (dovrò tornare a vederlo!).
    Grazie davvero per il meraviglioso lavoro che fate, arrivate dritti nell’anima.
    A presto

    Luca

  • Caro teatro,
    (…) All’uscita ero un po’ deluso, mi sembrava che fosse durato davvero poco in confronto a tutto il lavoro fatto. Ma capisco che è uno studio che porterà forse a una sintesi delle diverse parti, di cui forse ho sentito, appena entrato, la mancanza: a differenza di Ilio non si era catapultati direttamente nella guerra, ma ci si ritrovava (forse per questo, più freddamente) a fatto compiuto. Certo crea un forte smarrimento il trovarsi a dover salire sulle navi. Nel percorso mi piaceva molto che le azioni si adattassero alle parole, come nel labirinto di metamorfosi: quando sonostato messo sotto il velo e la voce parlava del bambino che sarei stato se non fossi morto sotto le macerie è stato molto toccante. D’altra parte, ho forse sentito lo spazio un po’ claustrofobico (il che forse dà l’idea delle navi) e la rotazione meccanica (era molto evidente che saremmo dovuti andare al successivo, al contrario di metamorfosi dove non ti aspetti niente). Il momento più intenso è stato quello di Troia brucia, quando appena dopo la bellissima frase sul paradiso come ricordo e immaginazione, ci prendevano per scappare e diventavamo tutti ombre all’inferno. (…)
    Il nodo finale era molto amaro: resta irrisolto come, per quanto lo sappiamo, la storia si ripeta identica e anche l’ultima rottura della quarta parete nel cerchio mi ha lasciato con la domanda: se lo so già cosa serve ripeterlo a voce alta? Ma so che anche un piccolo dubbio può avere grandi conseguenze, per questo:
    Grazie di quello che fate col teatro, ci vediamo presto,
    Cosimo

  • E’ stata un esperienza che arriva al cuore, dalla vestizione iniziale all’ultimo sguardo della donna troiana. Le donne hanno dentro tutto anche se non sono di una specifica realtà. Come donne, vivono la vita e la morte in ogni istante della vita in tutti i suoi aspetti antropologici, filosofici, psicologici..
    A me , uomo e maschio, sono arrivati msg umanizzanti della donna … Grazie ai loro sguardi penetranti, pungenti e amorevoli ho potuto consapevolizzare meglio quanto ancorra l’umanità ha bisogno di essere umanizzata per sentirsi fratelli e sorelle….

  • Buongiorno a tutti e ancora grazie!
    Purtroppo anche stavolta i ragazzi non potevano partecipare, ma davvero sarebbero stati entusiasti di questa esperienza!
    E anche stavolta, durante gli studi preliminari prima dello spettacolo, ho cercato di indovinare più che potevo degli elementi che potevano fare capo alla tragedia di Euripide, e anche stavolta mi avete battuta .Questo studio, da me, è stato vissuto come un lavoro completo e intenso.
    Indubbiamente l’Alta Formazione non può essere accessibile per tutti, ma è altrettanto vero che ciascuno di Voi Allievi è stato capace di darmi tutto: in concentrazione, precisione e professionalità innanzitutto; ma via via anche tenerezza, vicinanza, dolore, nostalgia, silenzio, condivisione.
    Mi sento davvero di permettermi di pensare che avete raccolto una sfida tosta ma alla vostra altezza
    Vorrei esprimere gratitudine per la musica che ha accompagnato questo viaggio – in Euripide il coro riveste un ruolo minore rispetto alle opere di Sofocle o Eschilo e ho vissuto queste armoniche come un gesto delicato e umile. I costumi, compresi i nostri, erano davvero bellissimi!
    La luce che è stata messa in gioco ha valorizzato il bianco in maniera egregia e questo bianco è stato il grande faro che ha amplificato tutte le mie emozioni: nella mia casa, sono bianche solo le pareti delle stanze in cui si cucina e si legge. A ciascuno è stato affidato un oggetto che è stato caricato di significati stabili e di equilibrio fugaci
    e così sto cercando di farmi una cultura sul significato dei tulipani, ma al momento mi scelgo solo la tenerezza
    E vengono citati i grandi protagonisti della guerra di Troia: Astianatte, Ulisse e la sua Itaca e anche Ettore
    Ettore, che è solo un essere umano e che deve perdere
    Che saluta la famiglia dopo aver osservato il rito della vestizione e sa che affronterà un avversario impari. Alla sua morte ho davvero capito che lo spavento per una reazione allergica recente di mio marito non mi è ancora passato e ringrazio per l’accoglienza. Un altro grande perno del lavoro è il movimento, che esprime perfettamente il rischio calcolato nella pedagogia del teatro dello spettatore. Penso sia davvero difficile far vivere uno schema tanto completo, anche su questo siete veramente bravi!
    Il grande fulcro del lavoro, a mio parere, è la conclusione con la lettura di parte della Dichiarazione dei Diritti dell’uomo
    Insieme alla costituzione dell’UNESCO, è una delle grandi eredità del Novecento che dovrebbe continuare a vivere
    Ma anche in questo tempo, come tutti gli altri, carico di infinita vergogna, spesso la Dichiarazione resta lettera morta
    E fa parte della natura umana la capacità di scelta, che Euripide assegna a Medea ma anche ad Alcesti
    Bene, io ringrazio ancora e non mancherò al terzo studio
    Ciao,
    Chiara

  • La rappresentazione come evocazione della sorte in cui sono trascinate le donne troiane
    mi ha suscitato come spettatore tantissime emozioni, attraverso la corporeità delle attrici
    ho vissuto il dolore di chi ha perduto ogni affetto, ma soprattutto la libertà.
    Mai come oggi la situazione nel mondo si ripete, le barbarie aumentano, l’uomo indifeso
    subisce , anche il nostro silenzio mi colpisce, dove sono i valori di libertà, uguaglianza e
    fratellanza che dovrebbero unirci in una lotta comune per i nostri diritti di uomini liberi?
    Grazie per avermi ricordato che possiamo ancora lottare per un mondo dove tutti possano
    trovare il loro paradiso.
    Irene

  • Un saluto a voi!
    Eccomi col mio punto di vista su “Attorno a Troia, uno studio” di oggi pomeriggio, 18 febbraio.
    Lo confesso, nella performance ho seguito poco la voce narrante, dando più spazio all’espressione di voi attori e attrici..si, ad ogni spettacolo sento questo, i sensi all’ennesima potenza, un bagno di espressività che la quotidianità ci riserva e che non sappiamo sempre valorizzare al meglio.
    Ho provato di tutto in questa mezz’oretta, il toccarsi, l’affetto, l’allarme, il lasciarsi all’improvviso, le speranze disilluse della vita, il credere quindi di poggiare i piedi in un terreno stabile e quanto meno te lo aspetti, tutto crolla, il grido d’allarme che tutti richiama all’ordine, per ristabilire un altro ordine poi, quello del cambiamento (pensiamo solo alla pandemia o alle guerre in corso).
    Il tutto è avvenuto in un tempo molto breve, come la vita, devi cogliere l’attimo nel momento in cui si presenta, altrimenti è un treno perso.
    Grazie davvero, come sempre!!
    Valentino

  • Questo Vostro “lavoro”, inizialmente mi è apparso fugace…
    Poi,
    un movimento circolare fatto di pensieri, riflessioni, odori, sensazioni… forza d’animo e smarrimento m’invase…
    Poi,
    il riconoscimento struggente dietro la nebbia diradata… del
    nostro mondo reale.
    Addosso mi sono rimasti sguardi di felicità e di tristezza e mani calde e sudate che stringono…
    un bene forse non perso una volta per tutte.
    Vi ringrazio
    Con stima
    Monica

  • Buonasera,
    mi chiamo Stefano Terrabujo, ed ero presente alla replica delle 20 di sabato scorso dello Studio Attorno a Troia_Troiane.
    E’ stato il mio primo approccio al vostro lavoro, e il mio feedback è molto semplice: ho ritrovato la sacralità e la necessità del Teatro.
    Sacralità del teatro come rito, e necessità oggi come sempre di ribadire concetti basilari e che dovrebbero essere scontati, ma che paiono sempre passare in sordina, quando non vengono brutalmente strumentalizzati.
    E’ stato molto bello e toccante, anche nei suoi picchi più brutali, e il tutto grazie ad attori che ho trovato molto bravi e sensibili, e a una regia davvero coinvolgente.
    Sarebbe bello in futuro vedere anche l’esito del precedente studio su ILIO, quello che mi par di capire sia stato l’inizio di questo percorso drammaturgico.
    Grazie, e complimenti a tutti.

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