20 OTTOBRE 2024 – TEATRO STUDIO | Rovigo
Un concerto scenico dalla tragedia di Shakespeare, costruito attraversando le poche scene in cui Romeo e Giulietta sono insieme. Cinque quadri suonati nelle parole che Romeo dice a Giulietta e quelle che Giulietta dice a Romeo. Loro due soli. Romeo e Giulietta si portano dietro, da sempre, quella nostalgia che certe volte la vita riserva a se stessa, in qualche sfumatura, un pensiero improvviso, un ricordo.
Alla fine, ci dispiace sempre che vada così; ci dispiace che la loro storia sia incapace di un’invenzione che ci regali un lieto fine.
Abbiamo in testa e addosso, con chiarezza, i pensieri che abbiamo pensato quando avevamo la stessa età, quando avevamo gli stessi pensieri anche in età diverse; quando eravamo sicuri di esser pronti, quando non essere pronti era tutto il resto;
allora può sembrarci vero che Romeo e Giulietta siamo noi, e l’unica tragedia è il tempo che passa e che ci allontana dai ragazzi che siamo stati, quando eravamo uno o l’altra o entrambi, in qualche slancio di vita e di cuore, quando la bellezza dell’amore poteva intercettarci pure nel disincanto, quando ci chiedeva di saltare e l’unica condizione, adesso come allora, è di stare leggeri.
Roberto Latini è attore, autore e regista. Si è formato a Roma presso Il Mulino di Fiora, Studio di Recitazione e di Ricerca teatrale diretto da Perla Peragallo, dove si è diplomato nel 1992. È il fondatore della compagnia Fortebraccio Teatro. Ha diretto il Teatro San Martino di Bologna dal 2007 alla primavera del 2012. Accanto ad una intensa e personalissima attività di ricerca teatrale, dalle possibilità dell‘amplificazione alle sperimentazioni sulla scrittura scenica, ha nel tempo lavorato, tra gli altri, con Mario Martone, Federico Tiezzi, Sandro Lombardi, Antonio Latella.
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Eccomi con la recensione mia, personale, sul Giulietta e Romeo di stasera.
Che dire, complessivamente mi è piaciuta anche se mi rimangono degli interrogativi senza risposta, del tipo: perchè l’attrice si trucca alla Amy Winehouse? quale il riferimento alla grande artista?
E perchè scegliere il costume alla Elvis per l’attore? rimando questo che mi ha portato a Verdone e in particolare ad un suo film, Gallo Cedrone, nessun riferimento diretto tra i due, film e spettacolo di stasera, magari rivedendomi il film potrò trovare delle assonanze eventuali.
L’amore, in tutte le sue forme, eccetto quelle popolari e conosciute o meglio, sono presenti ma in modo davvero marginale.
L’amore dietro un caffè? esiste se ci crediamo e se crediamo nella perseveranza..è sempre vero però? Esiste l’amore eterno e immutabile? No. Le convenzioni? Annoiano. Invertire le parti? forse, pensando all’attrice che veste i panni di lui, stesso costume e chitarra, non il contrario.
La ripetizione ostinata di alcune parole, labbra, amore..come dire, questa volta si fa l’amore ma visivo, manca la carnalità che invece abbiamo visto nella performance della scorsa settimana, un gioiellino nel suo genere.
Morale della favola, nessuno muore per stavolta, le convenzioni vengono annullate in nome di un rinnovamento dentro e fuori di noi, questo il messaggio importante dello spettacolo.
Vi saluto caramente, a prestissimo!!!