TEATRO DEL LEMMING – AMORE E PSICHE

DAL 4 AL 10 DICEMBRE 2023 – TEATRO STUDIO | Rovigo
DAL 26 FEBBRAIO AL 3 MARZO 2024 – TEATRO STUDIO | Rovigo

Amore e Psiche – una favola per due spettatori è la terza parte del ciclo denominato La Tetralogia dello spettatore. Lo spettacolo viene ripreso a distanza di diversi anni. Il lavoro prevede un coinvolgimento diretto, drammaturgico e sensoriale di due spettatori a replica, un uomo e una donna.

Il lavoro su AMORE E PSICHE prosegue sulla strada aperta dai nostri precedenti lavori dedicati alle fgure di EDIPO e DIONISO e si propone come ideale continuazione. In DIONISO, ad esempio, il rapporto attori- spettatori si faceva mimetico di quei rapporti esperiti sempre più spesso nelle relazioni col mondo che si stabiliscono appunto sotto il segno dell’opposizione e del non riconoscimento. In AMORE E PSICHE il movimento suggerito è esattamente di segno opposto. Qui la seduzione è agita per amore e conduce, finalmente, ad una congiunzione: congiunzione di anima e corpo, dell’io con l’altro, di attore e spettatore. Dalla dualità si giunge così alla condivisione, alla fusione-con l’altro.

 

Commenti (10)

  • Gentile Massimo, gentile compagnia del Teatro del Lemming,
    ho recentemente assistito al vostro lavoro ‘Amore e Psiche’ e condivido il mio applauso per voi.
    Non nego di essere giunta a Rovigo con un filo di preoccupazione, pervasa più dal dubbio che dalla curiosità, timorosa del coinvolgimento che mi sarebbe stato richiesto, in termini di contatto fisico e reazione di fronte a quanto messo in scena.
    Poi ho realizzato che ero arrivata li per un motivo e il vostro lavoro aveva un messaggio in serbo per me.
    Quando mi sono trovata di fronte ad una tavola con carte e fiori di lavanda, ho avuto conferma che ero destinata ad un messaggio ma non riuscivo a trovarlo nelle parole che udivo.
    Fino alla fine… quando il messaggio che avevate in serbo per me si è palesato. Era il mio compagno, il partner che ha intrapreso con me il viaggio, che mi è stato riportato dopo aver avuto un percorso separato durante lo spettacolo! La possibilità che le strade si dividono, per un giorno, per un periodo, sono reali, come reali sono le difficoltà, talvolta si rischia di non vedersi e il buio della notte per me era metafora dell’incapacità di guardarsi e comunicare. La mano, che mi ha trascinato correndo al buio, mi ha ricordato che la vita scorre veloce e talvolta i ritmi quotidiani ci fanno perdere d’occhio le emozioni e le necessità delle persone a cui vogliamo bene.
    Ma nel mito, così come nella realtà, ci si può ritrovare perché il nostro Amore e il nostro desiderio di ricongiungerci supera gli ostacoli che la vita ci pone di fronte.
    L’amore può essere rinvigorito e ritrovare la purezza del velo bianco che ci è stato appoggiato sul capo, anche se i segni del tempo hanno rischiato di macchiarlo.
    Ringrazio lo sguardo finale dell’attrice che, con occhi pieni di emozione, mi ha ricordato la bellezza del ritrovarsi e mi ha lasciato questo appagante messaggio di unità e fiducia nel futuro!
    Grazie, a presto!
    Silvia C.

  • Siamo stati presi per mano e trascinati con impetuosa rabbia ma poi con dolcezza accompagnati piano piano.
    Siamo stati spinti a terra, obbligati a toccare, costretti a guardare ma anche abbracciati e accarezzati.
    Siamo stati invitati a mangiare e bere, invogliati a sbirciare.
    Ho mentito spudoratamente ma subito dopo ero sincero.
    Offesi da rumori fastidiosi siamo stati poi cullati da suoni bellissimi.
    Gli odori e i profumi…
    Tra suoni, parole e fantastici movimenti assistiamo al finale di questo straordinario viaggio: io sono travolto da una forte emozione.
    Afrodite ci saluta con la manina, è il segnale.
    Sono triste, non voglio andarmene ma lo spettacolo è finito, è tempo di tornare alla realtà.
    Grazie davvero.
    Andrea

  • “L’amore è un concetto estensibile che va dal cielo all’inferno, riunisce in sé il bene e il male, il sublime e l’infinito. Jung, Carl Gustav “ Con questa citazione desidero sintetizzare quanto vissuto all’evento esperienziale di AMORE E PSICHE. Il tempo e lo spazio si sono in un millesimo di secondo annullati appena entrati nel “dramma”, come azione, di PSICHE. E’ stato fin da subito, un esperienza onirica di passaggi della vita reali con simbolismi e metafore: dall’essere fatti di terra, humus, homo .. al nutrirsi delle prelibatezze della natura in un banchetto maestoso..dall’essere “trafitti da un raggio di sole” e di luce amorevole al sentirsi nudi davanti allo specchio di una maschera che non ci appartiene….da ricordi lontani e deposti nell’anima al sentirsi sepolti “quasi vivi” come “le foglie … d’autunno .. .stanno sugli alberi” e cadono nell’humus…al termine con la fiducia e con la speranza di ritrovarsi, incontri la più grande essenza: l’AMORE. Grazie a questa immersione!

  • 3 marzo 2024
    Buonasera a tutti, sono Silvia e ho partecipato al vostro spettacolo venerdì sera. E’la terza volta che ne prendo parte e ogni volta è sempre una nuova è intensa emozione. Lo posso dire soprattutto perché partecipo alla stessa rappresentazione dove porto amici diversi. Inutile dirvi che siete bravi… avete la capacità di tirare fuori tanti sentimenti dell’animo umano… diventa,direi,una seduta psicologica.. negli anni voi siete gli stessi, ma io, invecchiando, mi rendo conto che provo cose diverse.
    La prima volta è stato un turbinio,sono entrata e uscita come fossi stata centrifugata… sguardi, parole, abbracci vissuti con solo istinto. La seconda provando ad osservare un podi più è a concentrarmi anche sul compagno che avevo accanto.La terza forse la più completa… meno impulsiva, più centrata su me stessa, provando anche a modificare dei miei comportamenti per vedere cosa poteva succedere… dopo quest’ultima mi sono resa conto che non riuscivo del tutto a cambiare la mia maniera d’essere, perché parte della mia impulsività la sentivo ancora, le lacrime di certi momenti quando dovevo scegliere delle foto le avevo ancora,stavolta dentro di me.
    Insomma, vi faccio sempre una gran pubblicità. Mi rimangono dentro le carezze e il dolce sguardo dell’attrice più anziana (purtroppo non so i vostri nomi precisi), le urla della donna che ci accoglie all’inizio e che subito spaventa, la tenerezza della ragazza che mi chiede se ho un segreto e gli abbracci e la sensazione di protezione dell’uomo. Mi chiedo sempre cosa provate voi attori… penso sia stimolante perché ogni persona reagisce in un sacco di maniere a volte anche insospettate, e credo che per questo dovete essere anche pronti ad ogni evenienza. Spero cmq di avervi dato qualcosa anch’io, forse un gesto di calore umano, dolcezza, un minimo di sensibilità che da voi ho percepito e di cui tutti abbiamo un gran bisogno. Buon lavoro e grazie

    • “Mi chiedo sempre cosa provate voi attori”….sono d’accordo! interessante lo stimolo! E’ un’idea fattibile? Potrebbe essere un feedback di un psicodramma vissuto?

  • Impressioni sugli spettacoli “Dioniso e Penteo: Tragedia del Teatro” e “Amore e Psiche: una
    favola per due spettatori”

    Avendo voglia di scrivere di entrambi ma avendo anche spesso rimandato il momento di farlo, riunisco in questo unico testo le mie semplici impressioni su tutti e due gli spettacoli, due esperienze molto diverse, quasi agli antipodi, ma al tempo stesso così simili.
    Parto con “Dioniso e Penteo: Tragedia del Teatro”, che è stato il primissimo spettacolo del Teatro del
    Lemming che io abbia mai visto, per questo mi ha lasciato particolarmente sconvolta. È stata dura scrollarmi di dosso quella risata nervosa, un po’ isterica. Sin dal primo momento, quando la maschera ci ha duramente indicato dove sederci, mi sono appoggiata scomodamente sulla sedia, sapendo che non sarei rimasta lì a lungo. Ma nonostante la tensione, non potevo fare a meno di essere assolutamente incantata dal quadro che mi si presentava davanti, da quei volti e corpi che risplendevano nell’oscurità, in una flemma onirica che era fuori da ogni concezione di spazio e di tempo: ero immobile e assetata, volevo vedere ogni cosa, non lasciarmi sfuggire nessun dettaglio. Allora quello che sembrava un sogno si è trasformato presto nell’incubo a cui ero preparata: una visione allucinata, spaventosa e fuori controllo, in cui sono stata trascinata all’improvviso come dopo essere stata scoperta nel mio nascondiglio. Ed è proprio questa suggestione ad affascinarmi ancora adesso, a distanza di più di un mese: allora, quando la baccante ha puntato i suoi occhi nei miei e mi è venuta incontro, io ho capito di essere Penteo, ma che anche ogni spettatore è Penteo, che desidera vedere senza essere visto, abituato ad osservare comodamente da lontano senza essere mai
    coinvolto. Ma non questa volta, in cui paga caramente il prezzo della sua hybris. Mi sono trovata a compiere azioni che razionalmente non avrei fatto, anche se la mia mente non ha mai smesso di lavorare, nel tentativo di rincorrere una serie ininterrotta di interrogativi. Per questo, da spettatrice, sono uscita frastornata, sola, apparentemente senza più certezze cui aggrapparmi.
    Passando invece ad “Amore e Psiche: una favola per due spettatori”, a distanza di una settimana l’esperienza vissuta tra le quinte del teatro mi lampeggia ancora vivida in mente. Forse perché, nonostante le prove da affrontare, è una favola a lieto fine, in cui l’amore si dimostra in grado di sconfiggere gli ostacoli più alti e irraggiungibili. Anche nella paura, nella lontananza, perfino dell’aldilà, era viva e scottante la speranza di ritrovare quel viso, quelle mani, quell’abbraccio tanto desiderati. Ci penso spesso, in generale nella vita, a quel bagliore di dolcezza che ti impedisce di vedere tutto nero quando tutto sembra perduto, contesa al tempo stesso tra la paura di starmi solo illudendo e la mia totale incapacità di agire diversamente. È ancora più bello pensare che ho vissuto tutto questo con una persona sconosciuta, ma così ben disposta e generosa, e che il nostro ricordo l’uno dell’altra si lega al calore di una tavola imbandita, al profumo della lavanda, alla delicatezza di un candido lenzuolo. Ogni senso si è aperto alla ricezione, uscendone pieno e inebriato.
    Marta

  • Cari Massimo, Diana, Fiorella, Alessio e Marina,
    Lo spettacolo di Amore e Psiche è stato davvero molto bello! Complimenti!
    Come dice il sottotitolo, l’ho vissuto come una “favola”, di quelle che si raccontano ai bambini. Solo che non mi era capitato mai di viverne una in prima persona.
    Certo, facendo il laboratorio dei Cinque Sensi, probabilmente sono di parte nell’apprezzare quanto ho visto. Ma vi assicuro che quel che sento è vero.
    Quando ho visto Dioniso e Penteo, mi sono sempre mantenuto abbastanza estraneo alla vicenda. Era il primo spettacolo del Lemming che vedevo ed ero curioso, volevo quasi fare il “critico”. Mi sono ovviamente lasciato coinvolgere in tutto fisicamente; ma con la mente volevo studiarvi, volevo capire cosa aveste costruito. Insomma, inconsapevolmente, sono stato davvero uno spettatore Penteo.
    Forse è per questo che alla fine di quello spettacolo mi sono sentito strano, quasi risentito. Volevo continuare a vedere, volevo che lo spettacolo durasse di più. Mi sono sentito “punito”, non tanto nei modi, quanto nell’essere bandito da qualcosa che mi interessasse.
    In Amore e Psiche invece, il tempo mi è scorso con una percezione diametralmente opposta, dilatata, quasi sussurrata. Due spettacoli della stessa durata, e due immersioni diversissime.
    Stavolta non avevo nulla da guardare, e mi sono sentito parte di una storia che è stata lunga e piena di peripezie. Mi è piaciuto affrontarne alcune insieme, altre da solo. E sono state tutte belle perchè mi sono fidato e amo fidarmi di voi.
    Ho sentito di vivere una storia d’amore con la spettatrice che ha visto con me lo spettacolo, e contemporaneamente una con voi attori.
    Il momento che ho apprezzato di più è stato quello dell’unione con Amore. Ho amato tutto di quella scena.
    Noi due spettatori, fin lì uniti a gustare un amore tutto nostro, veniamo condotti al buio per vivere un amore personale con l’attore. Separati dall’altro spettatore, ma così vicini. Ho amato il fatto che nonostante fossi unito a qualcun altro, non vi fosse alcun sentimento di tradimento dell’amore precedente.
    Stavo amando Amore, in una forma diversa; ma Amore era lo stesso.
    Questa dicotomia “spettatore-spettatore” e “spettatore-attore” non è mai stata conflittuale. È stato armoniosa e sicuramente pensata e curata. L’ho apprezzata molto.
    Un ultimo commento sulla musica, anche quella davvero speciale. È stata una carezza.
    Complimenti di nuovo e grazie ancora per l’esperienza che mi avete regalato!
    A presto,
    Giovanni

  • Buonasera,
    vi scrivo ora trascorsi alcuni giorni dopo aver partecipato alla vostra rappresentazione teatrale se così si può classificare per complimentarmi e donarvi quell’applauso che non si riesce ad esprimere alla fine dello spettacolo. Per me è stata la prima volta partecipare a uno spettacolo in ambito sia come spettatore ma soprattutto nei panni di un personaggio principale della storia rappresentata, una novità assoluta, una sorpresa inaspettata perché ignaro di cosa mi aspettasse; la mia aspettativa era quella sì di assistere alla messa in scena della storia mitologica di Amore e Psiche ma come semplice spettatore quindi non all’interno della scena e soprattutto da protagonista! Devo dire che subito questa cosa lascia un po’ disorientato lo spettatore finché non ci si rende conto di cosa sta realmente accadendo, ma una volta guidati all’interno della scena ci si rende conto che si diventa osservatori e protagonisti, questo coinvolgimento è sicuramente merito dei vari attori-artisti che sicuramente con il loro duro lavoro, ricerca e impegno riescono ad immergere lo spettatore nella scena. La storia così come rappresentata ha suscitato in me molteplici emozioni, stati emotivi, come paura all’ingresso e sotto i rimproveri e gli ammonimenti di Afrodite, sconforto nel vedere la grande madre piangere il lutto e il ribrezzo nel vedere i vermetti nella bara, pace e un’atmosfera a tratti festosa per il banchetto, quasi che si distacca dalla scena appena passata del lutto, sensualità in quelle carezze abbracci e sussurri, solitudine quando ci si divide dalla propria compagna; di nuovo paura e senso di oppressione quando si viene sepolti per poi ritrovare la sicurezza, la gioia di riabbracciare la compagna lasciata diciamo pochi minuti prima e la gioia in quella danza finale per celebrare l’unione dei protagonisti in questo caso io e la mia compagna assieme ai vari attori. Uno spettacolo e un miscuglio di emozioni che non sono rappresentate ma vissute e infatti ci vuole un po’ di tempo per assimilare questo tsunami di emozioni vorticose che ti portano all’uscita del teatro ricco di mille pensieri ed emozioni e purtroppo senza poter ringraziare con un fragoroso applauso più che meritato i vari attori dello spettacolo.
    Di nuovo i miei migliori ringraziamenti per il vostro lavoro, un’esperienza entusiasmante e unica nel suo genere che vi ringrazio d’avermi fatto provare e che vorrò condividere con molti altri amici senza però dare nessun aiuto o anticipazione dello svolgimento dello spettacolo altrimenti la sorpresa viene meno e forse non si riesce a godere appieno dell’esperienza.
    Ancora adesso faccio non poca fatica a trovare le parole giuste su come esprimere il mio ringraziamento per il vostro magnifico lavoro.
    Non vedo l’ora di poter assistere a qualche altro vostro lavoro. Spero leggerete queste mie poche righe e che vi siano di gratitudine immensa.
    Vi invio i miei cordialissimi saluti e ormai visto che mancano pochi giorni un augurio di buonissime festività e un inizio nuovo anno fortunato e di successo.
    Grazie
    MATTEO

  • È difficile scrivere di qualcosa a cui tieni molto: come se la parola non potesse restituirne la preziosità, rischiando in qualche modo di perderla. Ho avuto questo timore, cel’ho tutt’ora, mi auguro che sia infondato. Mentre dopo “Dioniso e Penteo” sentivo un bisogno viscerale di scrivervi perché volevo capirci qualcosa, stavolta ho l’impressione di sapere perfettamente ciò che ho vissuto. Il mio è stato un viaggio lucido. Ero lucida quando ho sposato un mostro, quando me ne sono innamorata, e quando sono morta. Se ci ripenso un brivido gelido mi percorre la schiena: per un momento io sapevo di non esistere più. Quando dico che ero lucida, intendo che tutto questo accadeva realmente. È diventato un ricordo concreto al pari del treno che ho preso per venire a “vedere” (termine più che inadeguato) lo spettacolo. Non sono riuscita a distinguere nitidamente gli stimoli dei diversi sensi, proprio come accade nella vita: tutto si è mischiato in un’ unica atmosfera travolgente. Le immagini che mi sono rimaste incise nella memoria sono avvolte da odori, sensazioni fisiche che le rendono ancora vive nella mia mente e forse ancora di più nel mio corpo. E mi sembra di conoscere già da tempo tutte quelle strane figure che ho incontrato. Io, pur essendo io, ero Psiche. E non ho dovuto muovere né un dito né un neurone per convincermi di ciò. Ero lucida quando mi sono ricongiunta con Amore. E la sensazione che ho provato mi auguro davvero di non dimenticarla, quel ritorno alla vita dopo la morte, più autentico che mai. Forse mi sbagliavo, avevo bisogno di testimoniare con le parole ciò che ho vissuto. Ripensandoci, mi sono resa conto che una parte di me fino all’inizio dello spettacolo, anzi finché non sono stata lasciata da sola, non voleva vivere quest’esperienza con qualcuno che conosceva, soprattutto che mi conosceva e (è difficile ammetterlo) anche bene. Mi sono sentita invasa. Ma quando l’ho rivisto dopo il mio viaggio, davvero non volevo vedere altri che lui; sará scontato, ma davvero non si sa fino in fondo quanto qualcuno vale per noi finché non sopraggiunge il timore di perderlo. Ciò che più mi ha lasciato questo spettacolo è stata la riscoperta, dopo la perdita, della propria ricchezza. Di chi amo, e di ciò che amo: la vita.
    Grazie,
    CARLOTTA

  • “Eh sì, sono passati tanti anni dalla “rappresentazione” in una villa veneta dalle parti di Trivignano, Ca’ Lin.
    Un’esperienza coinvolgente al massimo, immersiva… Forse la più riuscita tra i tanti splendidi lavori proposti da Lemming, da Massimo Munaro.
    Averla vissuta direttamente da spettatore/interprete/musico insieme a una compagna spettatrice/interprete/ninfa scelti dal caso, Coppia impossibile eppure vera, per vivere una favola dei sensi, per scendere nel buio di un Inferno profumato, per incontrare, vedere/guardare se stessi.
    Ma con la possibilità però di ritornare alla realtà di ogni giorno, insieme, a differenza del mito tragico.
    Esperienza profonda che resta dentro, a distanza di tanti anni.
    Grazie a Voi, Teatro del Lemming e grazie a Te, Massimo Munaro.
    Grazie da un Teatrante fortunato di essere diventato per una volta Orfeo.”
    Massimo

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